Suor Enrichetta Alfieri, don Serafino Morazzone e don Clemente Vismara sono stati eletti beati, il Pontefice ha riconosciuto per ognuno dei tre un miracolo.

A questo link, l'omelia del Card. Tettamanzi (29/06/2011)

Suor Enrichetta Alfieri nasce in un piccolo paesino vicino a Vercelli il 23 febbraio del 1891 con il nome di Maria Angela Domenica Alfieri. A vent’anni, nel 1911, spinta da una fortissima voglia di servire il Signore, Maria entra tra le Suore della Carità di San Giovanna Antida Thouret, nel grande Monastero Santa Margherita di Vercelli. Qui diventa per tutti suor Enrichetta.
Il 24 maggio 1923 è inviata nel carcere di San Vittore a Milano. In quel luogo segnato dal dolore e dall’espiazione dei peccati Suor Enrichetta riesce a dare un grandissimo aiuto spirituale alle detenute; tanto che le daranno il titolo di "Mamma e Angelo di San Vittore".
Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, San Vittore divenne il luogo in cui i Tedeschi portavano gli Ebrei prima di deportarli nei campi di concentramento. Naturalmente Suor Enrichetta cercò in tutti i modi di dare un sostegno alle persone che incontrava. Rischiò molto per loro, venne addirittura arrestata e condannata a morte. Solo l’intervento del Cardinale di Milano, il beato Monsignor Ildefonso Schuster, le salverà la vita. Ma morirà pochi anni dopo la fine della tremenda guerra, il 23 novembre 1951.

«Era pio in tutti i suoi pensieri, in tutte le sue parole, in tutte le sue opere: l’amore fervente di Dio e degli uomini era il suo sentimento abituale; la sua cura continua di fare il suo dovere e la sua idea del dovere era tutto il bene possibile». Con queste parole Alessandro Manzoni descrive la figura di don Serafino Morazzone in Fermo e Lucia, suo confessore. Sacerdote particolarmente importante perchè si dice che riuscì a guarire un bambino appena nato affetto da una grave malformazione. Nato a Milano nel 1747 da una famiglia povera don Serafino, il 9 maggio 1773 fu ordinato sacerdote nella chiesa di Santa Maria presso San Satiro. Per moltissimi anni fu il parroco di Chiuso, un piccolo comune sopra Lecco che al tempo contava solo 185 abitanti e dove oggi lo chiamano già «beato Serafino».

Infine, tra i prossimi beati, c’è anche padre Clemente Vismara. Di origine Brianzola, Clemente nel 1916 è chiamato alle armi. Dopo la fine della prima guerra mondiale decide di diventare sacerdote presso il Pime e di partire come missionario in Birmania. In questo paese, dilaniato dalla povertà, padre Clemente faceva il contadino, l’allevatore, il sarto, il barbiere, il dentista, il boscaiolo, annunciando il Vangelo a tutti i poveri nei luoghi più sperduti. Divenuto anziano si faceva trasportare in una lettiga per continuare la sua missione di evangelizzazione. Morirà nel 1988, a 91 anni, dopo aver dedicato tutta la sua esistenza a diffondere la parola del Signore anche con l’esempio della sua vita.